Dopo anni di mercato legale della cosiddetta “cannabis light” (infiorescenze con basso contenuto di THC), nel 2025 il legislatore italiano ha adottato misure che hanno radicalmente modificato lo stato giuridico di questi prodotti. Tuttavia, una serie di pronunce giudiziarie e rinvii alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha riaperto il dibattito, lasciando il quadro ancora incerto ma in forte evoluzione.
Nel aprile 2025, con l’adozione del Decreto-Legge n. 48/2025 (poi convertito in legge), il governo italiano ha introdotto una stretta severa su CBD e infiorescenze di canapa. In base a questo provvedimento:
Il risultato è stato il blocco del commercio legale delle infiorescenze e dei prodotti CBD ottenuti da queste, con conseguente impatto economico su migliaia di imprese e operators nel settore. cannabisregulations.ai
A fronte dell’intervento normativo, la giurisprudenza di merito ha iniziato a emettere pronunce che in più casi mettono in discussione l’impianto repressivo:
Diversi tribunali italiani (tra cui Palermo, Belluno e Torino) hanno pronunciato decisioni favorevoli agli operatori del settore, affermando che:
Queste pronunce giudiziarie, emesse tra ottobre e novembre 2025, sono state interpretate da osservatori del settore come un forte contrasto rispetto alla linea adottata dal governo italiano.
In un’altra importante evoluzione, il Consiglio di Stato italiano ha accolto ricorsi di imprese della filiera canapicola e ha sospeso l’esecutività di alcune decisioni amministrative che avrebbero inserito il CBD nella tabella delle sostanze stupefacenti, riconoscendo il grave pregiudizio economico e occupazionale derivante dall’applicazione immediata del divieto. Adnkronos
Il profilo di maggiore novità normativa riguarda il rinvio pregiudiziale del Consiglio di Stato alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE). Questo atto è stato compiuto nel novembre 2025 e rappresenta un passaggio chiave dell’intera vicenda:
Questa decisione è stata riportata anche da altri media europei specializzati, che evidenziano come la questione sia ora nelle mani dei giudici europei e potrebbe porre fine a mesi di incertezza normativa. Eunews
Le controversie italiane sono parte di un conflitto più ampio tra la normativa nazionale e la disciplina dell’Unione Europea:
Il rinvio del Consiglio di Stato alla CGUE riguarda esattamente questo nodo: se la normativa nazionale che tratta infiorescenze e derivati di canapa come stupefacenti sia compatibile con il mercato unico e i princìpi di proporzionalità e non discriminazione del diritto europeo. Canapa Sativa Italia
Attualmente, a livello nazionale, il possesso e la vendita di infiorescenze di canapa CBD sono soggetti alle restrizioni introdotte dal Decreto Sicurezza 2025. Questo regime normativo resta valido fino a quando non verrà eventualmente disapplicato dalla giurisprudenza nazionale o modificato in base all’interpretazione della CGUE.
In certi casi, prodotti a base di CBD non derivati dalle infiorescenze (es. estratti da fibre o parti “non-flower”) possono ancora essere commercializzati sotto specifiche condizioni normative, benché la disciplina italiana sia molto restrittiva. clinn.it
La normativa italiana mantiene il diritto all’uso terapeutico della cannabis e dei suoi derivati prescritti da un medico; questo settore non è direttamente colpito dalle limitazioni generali sulle infiorescenze nel mercato legale.
La disciplina italiana delle infiorescenze di CBD e cannabis light è oggi caratterizzata da un conflitto tra normativa nazionale e diritto europeo, e da un dibattito giurisprudenziale acceso che coinvolge tribunali ordinari, il Consiglio di Stato e la Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Il settore, i consumatori e gli appassionati dovranno seguire con attenzione gli sviluppi della pronuncia europea, che potrebbe definire definitivamente il futuro della canapa light e del CBD in Italia.
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