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Uno studio recente suggerisce che il CBD potrebbe aiutare i malati di cancro al pancreas a vivere di più.

“Se siamo in grado di riprodurre questi effetti negli esseri umani, il cannabidiolo potrebbe essere utilizzato nelle cliniche oncologiche quasi immediatamente”, afferma il capo dei ricercatori.

Secondo una nuova ricerca, uno dei principali ingredienti della pianta di cannabis potrebbe aiutare a prolungare la vita dei pazienti con cancro del pancreas sottoposti a chemioterapia. 

I topi sotto posti a chemioterapia che hanno ricevuto il cannabidiolo (CBD) hanno triplicato la loro aspettativa di vita. Gli gli scienziati della Queen Mary University di Londra hanno scoperto una notevole correlazione tra questo estratto di cannabis e la durata della vita dei roditori utilizzati per l’esperimento.

Un risultato notevole secondo il Professor Marco Falasca, il direttore della ricerca. Il CBD è uno dei principi attivi della cannabis, ma come sappiamo a differenza del tetraidrocannabinolo (THC) non ha un effetto psicoattivo e pertanto si presta maggiormente all’uso medico.

Il cancro al pancreas è uno dei più terribili: una volta diagnosticato è di solito già ben diffuso e le percentuali di sopravvivenza sono cambiate di pochissimo in 40 anni.

Questo nuovo studio, che è stato pubblicato sulla rivista scientifico-medica Oncogene, ha esaminato l’impatto della CBD sui topi con la malattia,  che hanno ricevuto il farmaco chemioterapico Gemcitabina.

Le cavie trattate con questa combinazione di farmaci hanno avuto una sopravvivenza media di 56 giorni, rispetto ai 20 giorni per quelle senza alcuna terapia, mentre i topi sottoposti a chemioterapia hanno vissuto per una media di 23,5 giorni.

Il professor Falasca ha dichiarato: “Il cannabidiolo è già approvato per l’uso clinico, il che significa che possiamo rapidamente testarlo sull’uomo. Se siamo in grado di riprodurre gli stessi effetti anche nell’uomo, il cannabidiolo potrebbe essere utilizzato nelle cliniche oncologiche quasi immediatamente”.

“L’aspettativa di vita per i pazienti affetti da cancro al pancreas è a malapena cambiata negli ultimi 40 anni perché sono disponibili pochissimi trattamenti, per lo più solo palliativi.”

Il tasso di sopravvivenza per le persone con cancro del pancreas è inferiore al sette per cento e l’aspettativa è in media di 5 anni: nuove terapie sono importantissime.

Lo studio, finanziato dal Pancreatic Cancer Research Fund, ha affermato che la combinazione di farmaci sembra bloccare una proteina chiamata GPR55, rallentando la crescita delle cellule tumorali pancreatiche.

Gli olii CBD e i medicinali con un contenuto di THC più elevati sono stati recentemente approvati anche in Italia, ma l’estratto utilizzato in questo studio era praticamente privo di THC.

Il CBD è già noto per alleviare gli effetti collaterali della chemioterapia, tra cui nausea e vomito, e così potrebbe anche migliorare la qualità della vita per i pazienti.

Ogni anno solo nel Regno Unito vengono diagnosticati più di 9000 casi di cancro al pancreas. “Il tumore al pancreas è uno dei tumori più difficili da trattare e sono urgentemente necessarie nuove terapie”, ha affermato la dott.ssa Chiara Braconi, oncologa e scienziata consulente del NHS presso l’Institute of Cancer Research. “Mentre i risultati sembrano promettenti, ci sono ancora una serie di importanti incognite: non sappiamo come i cannabinoidi interagiranno con altri farmaci, tra cui le chemioterapie”.

La stessa ricercatrice fa notare che la proteina GPR55 è un fattore determinante solo in un terzo dei tumori del pancreas, quindi non tutti i pazienti ne trarrebbero beneficio, anche se l’effetto di prolungamento della vita fosse riscontrato negli esseri umani.

Liberamente tratto da Independent

Redazione

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